Non tutti lo conoscono, perché meno famoso di altri come il Frejus, il San Gottardo, il San Bernardo e il Montebianco. Stiamo parlando dei trafori alpini e, in particolare, del primo costruito in assoluto, il Buco di Viso.
Un'idea rivoluzionaria, un progetto che parte da lontano, grazie all'iniziativa del Marchese di Saluzzo, Ludovico II. Fu infatti lui, il primo a pensare di far costruire un tunnel che attraversasse le Alpi, collegando l'Italia alla Francia.
Siamo nel Rinascimento, tra il 1479 e il 1480. Un periodo lontano, che precede di molto quello dei grandi trafori.
La ragione principale che ha spinto il marchese verso questo nuovo canale di comunicazione è soprattutto di natura economica. All'epoca il traffico commerciale tra le due zone avveniva più che altro attraverso i valichi, sui monti, dal Monginevro, dal Moncenisio, territori appartenenti ai Savoia.
La scelta del luogo per scavare la galleria è arrivata anche grazie alle motivazioni strategiche. Vi erano percorsi commerciali che dal mare portavano nel cuneese. E da qui sarebbe stato utile poter giungere in Francia. Il Marchese di Saluzzo, in questo modo, poteva bloccare il commercio del sale gestito, fino a quel momento, dai sabaudi.
Il Buco di Viso (o Buco delle Traversette) venne inaugurato nel 1480 e collegava Crissolo a Ristolas. Sviluppato sotto il Monviso, vicino al monte Granero, misura 75 metri in lunghezza e 2 metri in larghezza (il giusto spazio per far passare due muli carichi di prodotti, uno in un senso e uno nell'altro) e si trova ad una altitudine di 2882 metri sul livello del mare.
Il primo traforo alpino della storia. Una grande opera d'ingegneria.
Non era facile, all'epoca, realizzare un progetto del genere, senza macchinari, strumenti di precisione indispensabili oggi. Ma ci sono riusciti, in soli due anni. Anzi, in pochi mesi, considerando che a quell'altitudine, solo d'estate si poteva lavorare senza neve e ghiaccio.
In seguito il Ducato di Savoia invase il territorio di Saluzzo e decise di chiudere il traforo per preservare i propri commerci interni.
Nel corso degli anni è stato aperto e chiuso più volte. Aperto per commerciare, per agevolare il contrabbando, per emigrare; chiuso per sicurezza, per non far entrare il nemico.
Come si raggiunge?
Oggi è aperto al pubblico e percorribile tranquillamente da chiunque. Si può raggiungere partendo da Pian del Re (Fonte del Po), e salendo su per i sentieri (vi sono cartelli che segnalano le direzioni), su un dislivello di 930 metri e circa quattro ore di cammino.
Seguono alcune foto.
Dove nasce il fiume Po
I cartelli con le indicazioni sul percorso.
Qui sotto la foto del percorso.
Infine un po' di storia della Via del Sale, con la mappa percorso.
Da Pian del Re a Pian Mait, Galleria delle Traversette (Buco di Viso) e viceversa per il ritorno.
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